Prima o poi l’esplosione arriva.
Il mio computer si fa i cazzi suoi e non quello che vorrei io.
Il mio iPhone si fa i cazzi suoi e non quello che vorrei io.
Il mio treno si fa i cazzi suoi e non quello che vorrei io.
Il mio lettore mp3 si fa i cazzi suoi e non quello che vorrei io.
Il mio cervello si fa i cazzi suoi e non quello che vorrei io.
Il mio corpo si fa i cazzi suoi e non quello che vorrei io.
La mia vita si fa i cazzi suoi e non quello che vorrei io.
Io che faccio? Me ne frego!
Perché l’esplosione è imminente e c’è una cosa sola che ho voglia di fare: SCRIVERE.
Scrivere prima di saltare in aria.
Scrivere mentre salto in aria.
Scrivere dopo essere saltata in aria.
SCRIVERE. E basta.
Lasciare che emoglobina geneticamente modificata porti a spasso per le mie vene molecole di inchiostro arrugginito, sventrandole al suo passaggio. Sacrificare l’anima alle parole. Chiudere gli occhi e tornare in me, mentre il sole si sveglia e dal gelido cielo terso di febbraio la luna mi osserva.
Image Credit © Vera Marte