Archivi del mese: dicembre 2012

Un Sorriso a Voi!

Non credo nel natale, da talmente tanto tempo ormai che non ricordo nemmeno più da quando…
Però credo nel potere di un sorriso quindi, qualunque sia la vostra posizione in merito, un sorriso di cuore a ognuna e ognuno di voi!

 

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Buona Continuazione…

La mezzanotte è scoccata.
È il 22 dicembre 2012.
E il mondo non è finito.

Quindi? Come la mettiamo?

E se davvero mi fossi data alla pazza gioia sperperando tutti i miei pochi (pochissimi) averi e facendo le peggio cose possibili e immaginabili??!

E invece no.
Ho continuato a farmi il culo, perché neanche in questa “nuova era” ci sarà nulla di regalato.
Il lavoro continuerà a essere precario, lo studio rimarrà una mera soddisfazione personale, i rapporti con le persone di sicuro non diventeranno più semplici.
Eppure proprio in questi giorni mi sento fortunata. E felice.
Il corso di russo avanzato si sta rivelando molto più faticoso e impegnativo di quanto mi aspettassi, ma poi che figata prendere in mano un articolo in ufficio e accorgermi che riesco a venirne a capo anche senza vocabolario.
Anche al lavoro non è una passeggiata. Le cose da fare sono tante, molte del tutto nuove, ma dopo una serie di trimestrali, che soddisfazione vedermi arrivare un rinnovo di 7 mesi.
Il tempo per scrivere è poco e questa cosa inizia a pesarmi parecchio, ma vedrò di approfittare delle feste per recuperare un po’. In compenso sto leggendo un sacco, cosa che placa il mio nervosismo da astinenza da inchiostro. Se poi imparassi a non andare a sbattere quando leggo camminando, sarebbe proprio sommo gaudio.

E poi ci sono le persone…
Resto del parere che a Natale siamo tutti più nervosi, altro che più buoni. L’isteria di massa tocca picchi storici nel periodo delle feste, per non parlare di perbenismo e ipocrisia. Quando lavoravo da McDonald’s chiedevo di proposito di lavorare nei festivi, così mi risparmiavo pranzi e cene con menù infarciti di falso interesse e sorrisi di cortesia.
Per fortuna quest’anno c’è Wonder Lety!

Insomma, come dicevo, il mondo non è finito, ma neanche tutto lo schifo di cui è pieno, quindi non resta che rimboccarsi che le maniche e continuare a tentare di tirare a campare come meglio si può.

E buona continuazione del mondo a tutte e tutti!

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Buonanotte! #1

Leggendo…

Era sorpreso della facilità con cui chiacchieravano. In base alla sua esperienza, le conversazioni con le donne non si sviluppavano in modo scorrevole e ogni tanto doveva scervellarsi per trovare una battuta banale o una risposta azzeccata; ma con lei era diverso. Con lei il processo di domanda-risposta era automatico; poteva rilassarsi e lasciare che la sua mente assorbisse particolari e sensazioni a cui altrimenti non avrebbe potuto badare.

Benjamin, di Federico Axat –

…e ascoltando.

AIN’T GONNA LOSE YOU – BRETT DENNEN

Oggi sono “inciampata” in queste due cose…

ВСЕМ СПОКОЙНОЙ НОЧИ!!! – BUONANOTTE A TUTTI!!!

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La Saga delle Ferrovie Continua… #3

Si avvisano i signori viaggiatori che a causa di un guasto tecnico dei sistemi informatici di programmazione dei turni del personale di Trenord, i treni potranno subire ritardi.
Ci scusiamo per il disagio.

Ebbene sì, c’ero anch’io fra le centinaia (migliaia?) di viaggiatori vittime del tilt informatico di Trenord.
Potevo forse farmi mancare cotanta celestiale esperienza?
E diciamocelo, ai pendolari soprattutto, del fatto che voi vi scusiate per il disagio non fotte una beata mi****a.
Forse la gente sarebbe anche disposta a tollerare l’imprevisto se normalmente il servizio funzionasse, ma di questo passo dovrete iniziare a scusarvi per lo shock provocato ai “gentili viaggiatori” nel caso in cui, anche solo per un giorno, tutto funzionasse a perfezione.
Vagoni come carri bestiame, con clima variabile dal tropicale al siberiano in base a criteri ignoti, orari mooooolto flessibili e, per carità, non sia mai, nessun annuncio esplicativo.
Eppure ogni sei mesi, non più una volta l’anno come ai bei vecchi tempi, il costo di biglietti e abbonamenti aumenta.
I dipendenti continuano a scioperare per contratti non rinnovati e stipendi bloccati da anni, gli utenti continuano a lamentarsi di un servizio che non solo non migliora, ma addirittura non fa che peggiorare, quindi io dico: ma un controllino della finanza anche ai vertici ferroviari del “Bel Paese” no, eh?!
Uno degli ultimi sketch, perché di tali si tratta, a cui ho avuto la “fortuna” di assistere è stato un controllore che, dopo aver controllato i loro biglietti, ha intimato a un gruppo di ragazzini, tutti presi ad abbuffarsi di panini, di buttare le carte dove di dovere e di non sporcare in giro perché “ci hanno tagliato i fondi e non c’è più nessuno che pulisce i treni”.
Ecchecculo!, aggiungerei io.
E vogliamo parlare anche del fatto che le porte dei bagni dell’ultimo modello super-iper-mega tecnologico di treno comparso sui binari italiani si aprono e si chiudono a loro piacimento?!
Inutile dire che mi riferisco sempre ai convogli dei comuni mortali, non ai figherrimi treni dell’alta velocità.
Mi rendo conto di essere di parte, ma usare i soldi degli aumenti per far funzionare quel che c’è già, invece di investire in novità che si rivelano di volta in volta più disastrose e la cui manutenzione costerà agli utenti nuovi aumenti? Troppo difficile?
E siccome quella polemica sono io, auguro a tutte/i voi una buona giornata dall’ultima carrozza di un treno che, a meno di metà del suo tragitto, ha già accumulato un ritardo di 20 minuti…

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Vita “Maestra”.

Arriva un momento in cui ti guardi indietro e ti domandi se tutte le lezioni che la vita ha deciso di inculcarti in testa fossero davvero indispensabili.
Ti rendi conto che di molte avresti potuto fare a meno, e ora saresti lo stesso quella che sei.
C’era davvero bisogno di tutta quella sofferenza?
Sarà anche vero che il dolore fa crescere, ma forse andrebbero stabiliti dei parametri con cui valutare quanto ne serva. Sono convinta che le overdose non abbiano mai migliorato nessuno, anzi. Oltre una certa soglia ci si sente perseguitati. Da dio (per chi ci crede), dalla vita, dal destino o da chi/cosa vi pare: il risultato non cambia. Ci si incattivisce.
La disillusione è un parassita letale, che si porta sempre dietro tutta la sua corte: scetticismo, cinismo, asocialità, misantropia.
Tutti ti osservano, mantenndosi a debita distanza, quasi fossi una bestia rara, una sorta di fenomeno da baraccone, affascinati e intimoriti allo stesso tempo.
E tu stai lì, in cattività, in quell’habitat che ti hanno sempre spacciato per tuo, ma nel quale non riesci proprio a sentirti a casa.
Nella testa, a ripetizione, una sola domanda: sottomessa sopravvivenza, furiosa ribellione o risolutivo suicidio?
La tua scelta non ha importanza: qualunque essa sia, sei sola.

 

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Bianco.

Mi sono dovuta rassegnare. Da oggi giacca con le maniche lunghe.
Già, perché io adoro le borse ingombranti, ma i vestiti proprio no.
Detesto andare in giro in versione Omino Michelin, perché io mentre cammino riesco a fare qualunque cosa: telefonare, parlare, ballare, mangiare, leggere, in casi estremi sono perfino riuscita a scrivere, con carta e penna intendo. Avere i movimenti limitati mi irrita da matti!
L’inattività forzata finisce, quasi sempre, per farmi pensare, e nella maggior parte dei casi questa non è cosa buona e giusta.
Venerdì la neve, per quanto preannunciata, mi ha colta di sorpresa. Io odio la neve. A voler guardare è un po’ come i vestiti ingombranti: rallenta la libertà di movimento.
E poi tutto quel bianco. Il bianco mi mette a disagio.
Osservo la gente rilassarsi, addolcirsi, mentre io mi innervosisco un po’ di più a ogni centimetro candido che si posa sulla realtà.
Il bianco mi riporta alla mente pianti silenziosi, per distanze che non ho potuto percorrere, per tutto il tempo trascorso a chiedermi come sarebbe andata se non fossi stata bloccata in casa.
Per me il bianco è il colore della prigionia.
Un’abbagliante e beffarda distesa di luce riflessa a isolarti dal mondo, come un immenso lago iridescente, e io in mezzo, su un isolotto abbandonato a se stesso.
Il bianco mi spaventa.
La luce mi spaventa.
La neve mi spaventa.
Il silenzio mi spaventa.
Io sono fatta per il sommesso e continuo vociare dell’oscurità, in cui confondere i propri singhiozzi soffocati.
Sono fatta per il tepore della penombra che inganna gli occhi, ma senza ferirli.
Sono fatta per la pioggia, che purifica la realtà senza camuffarla.
Dovrò trovare un compromesso: la Grande Madre mi aspetta…

 

Снег в России. – Neve in Russia.

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Family Award!

Dopo due giorni piuttosto impegnativi, riesco finalmente a tornarmene con un po’ di calma nella blogosfera e… sorpresa!

L’Egregia Signorina beta endorphin mi ha assegnato un altro premio! 😀

Innanzi tutto, sbrighiamo la burocrazia da premiazione, che se inizio a blaterare per i fatti miei finisce che me ne dimentico…

1) Visitare e ringraziare il blogger che ti ha nominato.

Come Donna Gemella (beta endorphin) ben sa, la visito ogni volta che accedo alla blogosfera.

2) Citare nel tuo post il blogger che ti ha nominato.

Già fatto due volte! 😉

3) Copiare il logo ed inserirlo nel post.

Fatto! E mi è anche costato un grande sforzo mentale, dato che WordPress sembra aver cambiato le modalità d’inserimento delle immagini…

4) Creare un anagramma con la parola “FAMILY”.

Non sono affatto brava con queste cose…
L’unica cosa che mi viene in mente è un pasticcio di lingue: “Fly Ami” (=vola amico).

5) Nominare almeno 4 blog e comunicare loro che li hai nominati.

Quattro??? Solo quattro??!?! o_O
Non me ne vogliano gli esclusi…

9 Drops Of Ink
Angel Cage
Beauty Is Always Freakish
Buona Ventura
Capitolo 11
piopiocipciripxxxyyyzzz
Prigioniera Del Deserto
Quando l’Amore Non Basta
Undisclosed Resistance
Vicozza Records
XeroSignal2

6) Copiare e incollare il premio sul tuo blog da qualche parte.

Fatto. Di questo passo mi toccherà prendere in considerazione l’idea di un blog con due colonne laterali…

È un periodo impegnativo per me.
Il lavoro, lo studio, la famiglia, le amiche che reclamano per la mia imperante latitanza nei weekend, i lavoretti extra per arrotondare il mio stipendio part-time e le inevitabili incombenze e commissioni della vita di tutti i giorni.
Mi manca un sacco il tempo che riuscivo a dedicare ai blog, il mio e quelli altrui, fino a qualche settimana fa, perché per me erano momenti di serentità.

Ne approfitto quindi per augurare a tutte e tutti voi una buona domenica, lasciandovi una citazione scovata in questi ultimi giorni, in cui mi sono ritrovata e in cui credo possa ritrovarsi ognuno di voi, assuefatte/i alla scrittura.

Scrivere è stato per me un veleno che m’inoculavo per morire e insieme l’antidoto che mi permetteva di sopravvivergli.

– Philippe Forest –

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Osservando Riflessi.

La pazienza può far germogliare delle pietre, a condizione di saper aspettare.

Une Enquete au pays, Driss Chraibi 1981 –

 

 

Bolle di sapone scivolano giù dal cielo.
Come biglie impazzite si spargono sul pavimento di ferro battuto dell’anima.
Spiragli di luce le aggrediscono dai vetri sporchi.
Resto raggomitolata nell’angolo più buio. Le osservo dibattersi fra un riflesso e l’altro, disorientate, cariche di promesse fasulle, appensantite da un fardello di illusioni immortali.

Io rimango nel mio angolo.
Le osservo.
Aspetto.

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SiZA: sintomi ed effetti collaterali.

La SiZA (Sindrome da Ziitudine Acuta) comporta una serie di sintomi ed effetti collaterali vari.

Ieri la ranocchietta ha compiuto tre mesi.
Caso ha voluto che fossero a cena da noi. Mentre i grandi si abbuffavano di pizza, lei rideva giocando col bavaglino ricamato dalla nonna o con le manine, partecipando a modo suo alla conversazione. Parlare con lei mi sta facendo riscoprire il potere espressivo delle vocali: sembrerà assurdo, ma si possono dire un sacco di cose anche con un repertorio lessicale fatto di sole “e”, più qualche sporadica “a”.
Osservandola sto imparando quanto infinite siano le possibili espressioni facciali di una persona. Quante cose si possono trasmettere senza pronunciare una sola parola… La parte difficile, crescendo, diventa il trovare qualcuno capace di leggere quel linguaggio silenzioso, di “interpretarci”, in aggiunta alla diplomazia e all’autocontrollo che diminuiscono in modo drastico la capacità comunicativa non verbale degli adulti.
Passando a cose meno “pregnanti”, ho iniziato a pensare a misura di bambina. Quando guardo un gioco, un vestitino, ma anche un mobile o un cartone animato, non ci sono più le vie di mezzo: le cose sono a misura Lety o non a misura Lety. So di essere grandina ormai, ma continua a sembrarmi un miracolo la perfezione racchiusa in quella creaturina in miniatura, anche se ormai tanto in miniatura non è più, visto quanto è diventata cicciottina.
Superfluo citare l’inebetimento assoluto. Impossibile levarle gli occhi di dosso o smettere di sbaciucchiarla tutta.
I film mentali si sprecano. Nella mia testa si moltiplicano le cose da fare con lei man mano che cresce. Dalle maratone di cartoni animati alle passeggiate al parco, dal ballare le canzoncine per bambini ai primi disegnini, dalle merende a base di cioccolata e biscotti

Sì, ok, sono una caso cronico di SiZA.
Ultima perla stamattina.
Alzarsi in orario sta diventando un’impresa ogni giorno più ardua per me. Stamattina, con mio immenso stupore, ho almeno sentito la sveglia, e invece dell’abituale e rituale elenco di irripetibili imprecazioni, mi è venuta in mente questa…

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A Voi!

Sapevo che avrei ritrovato molte e molti di voi al mio ritorno, ma non mi sarei mai aspettata tanto calore.
Per questo, anche se oggi sono un po’ di corsa, una cosa che vorrei dirvi c’è…
 

ВСЕМ СПАСИБО БОЛЬШОЕ!!! – GRAZIE MILLE A TUTTI!!!

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