Cucina

Questióne d’Accènto. #8

ударение-accento

Uno dei dolci sfornati con le mie manine per il mio compleanno.
Image Credit © VeRA Marte

 

Giusto per restare in tema, perché non usare una bella espressione colloquiale e dire che sì, la settimana scorsa ho “bigiato”.
Il punto è che non sono stata impegnata solo con le abbuffate pasquali, ma anche con quelle di compleanno: ebbene sì, sono invecchiata, e si sa, con la vecchiaia si fa più fatica a mantenere il ritmo. Ihihih!!!
Per farmi perdonare, questa settimana ho scelto di rendere omaggio alla passione che mi ha ispirato questa rubrica: la linguistica.
Disciplina in realta molto più complessa e articolata di quanto si pensi, proprio perché trattata in modo sbrigativo e superficiale, fatta eccezione per le facoltà universitarie dedicate.
Per evitare di annoiarvi con paroloni che, con ogni probabilità, non avrete mai occasione di utilizzare nella quotidianità, mi sono limitata a “pescare” dalla terminologia usata per insegnare ai pargoli del Bel Paese le basi della loro lingua madre, attraverso l’analisi logica e grammaticale.
In effetti qualche sospetto mi sarebbe dovuto venire già ai tempi delle scuole medie e superiori, quando la noia mortale dei miei compagni nell’analizzare parole e frasi mi risultava davvero incomprensibile…

Cominciamo!

Artìcolo
Astràtto
Avvèrbio → e aperta
Compleménto → e chiusa
Comùne
Concrèto → e aperta
Condizionàle
Congiuntìvo
Congiunzióne → o chiusa
Coniugazióne → o chiusa
Coordinàta
Determinatìvo
Futùro
Grammàtica
Imperatìvo
Imperfètto → e aperta
Indeterminatìvo
Indicatìvo
Interrogatìvo
Mòdo → o aperta
Nóme → o chiusa
Ortografìa
Passàto
Perìodo
Personàle
Predicàto
Preposizióne → o chiusa
Presènte → e aperta
Principàle
Pronóme → o chiusa
Proposizióne → o chiusa
Pròprio →o aperta
Pròssimo → o aperta
Relatìvo
Remòto → o aperta
Sintàssi
Soggètto → e aperta
Sostantìvo
Subordinàta
Tèmpo → e aperta
Vèrbo → e aperta

Al prossimo giovedì!

 

Rompiamo il Silenzio!

 
 

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Questióne d’Accènto. #6

accento-ударение

Image Credit © VeRA Marte

 

Lo so, lo so, sono in ritardo di 24 ore, ma ieri sono stata, come si dice, in altre faccende affaccendata e, prima che i più curiosi inizino a porsi domande, vi dico già che tutto si spiega con la fotografia qui sopra.

L’occasione, fra l’altro mi ha portata a una riflessione: “Com’è possibile che io non ci abbia pensato prima??!”.
Come a che cosa? A uno dei temi più fantastici che esistono: i dolci!!!

Come ormai saprete, questa fastidiosa rubrica settimanale con cui ho deciso di assillarvi tratta di accenti e pronunce della lingua italiana, quindi questa settimana mi conterrò, limitando l’elenco a termini nostrani, anche se in tema di dolci sarà davvero complicato.

Dita incrociate e… cominciamo!

Biscòtto → o aperta
Budìno
Cacào
Caffè → e aperta
Cannèlla → e aperta
Cappuccìno
Caramèlla → e aperta
Ciambèlla → e aperta
Cioccolatìno
Cioccolàto
Crèma → e aperta
Crostàta
Dólce → o chiusa
Glàssa
Lièvito → e aperta
Marmellàta
Pànna
Pasticcìno
Tè → e aperta
Tiramisù
Tórta → o chiusa
Zùcchero

A giovedì prossimo!

 

Rompiamo il Silenzio!

 

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Flusso di Coscienza. #10

 

VeraLandia è innevata. Di nuovo.
Incredibile a dirsi, ma la cosa pare non disturbarmi più di tanto.
Il pensiero va sempre alla stessa cosa: le strade. Sarà che, come l’altra volta, la neve è arrivata alla vigilia di un controllo medico, ma non si tratta certo di metri di neve e io non posso ancora guidare, quindi è inutile stare a rimuginarci su: non è un problema mio.

Sono in tensione da inattività forzata.
Non avendo potuto festeggiare nel senso letterale del termine, ed essendo a riposo ormai da settimane, i cosiddetti “giorni festivi” mi appaiono solo come ostacoli che rallentano qualunque attività comune, come i movimenti bancari, le spedizioni, la disponibilità degli uffici informazioni e via dicendo.
Sono stata costretta a rimanere ferma per troppo tempo e ora ho bisogno di rimettermi in movimento, di fare, fare, fare. Nel concreto della quotidianità per me è “festa” da più di due mesi ormai e la ricerca di cose nuove e interessanti con cui confrontarmi e cimentarmi è diventata costante.
Così ecco i nuovi esperimenti culinari, il cartonaggio, le creazioni di panno, la lettura, gli approfondimenti di russo e le nuove sfide nella scrittura, anche se autoimposte.

L’unica cosa che ancora scarseggia sono le risorse economiche. Per quanto io faccia del mio meglio per evitare sprechi, reinventare i materiali e valutare in modo quasi maniacale il rapporto qualità/prezzo degli acquisti che finisco per classificare come indispensabili, i fondi continuano a essere pochi. Però chi lo sa, magari divento davvero brava almeno in una delle nuove attività a cui mi sto dedicando, al punto da cavarne un business che farà di me, in questo 2014, una donna acciaccata ma ricca! Muahahah!!! L’astinenza da zuccheri raffinati inizia a rendere manifeste le sue conseguenze.

In fondo, però, un po’ di speranza c’è: non potrà mica andare peggio dell’anno appena trascorso, no??!
A questo punto confido perfino nel calcolo delle probabilità. Se poi a livello lavorativo la situazione dovesse davvero degenerare, beh, nel frattempo avrò imparato a fare un sacco di altre cose con cui provare a “riqualificarmi” per cercare alternative.
Per il momento mi concentro sull’ennesimo giorno di “sacrifici di gola”, che i peccati in tal senso sono acqua talmente passata da farne risultare sfuocato perfino il ricordo.
E domani si inizia la giornata offrendo il braccino ai brutti ceffi del centro prelievi, ma sarà pur sempre un altro giorno…

 

Buona serata a tutte e tutti!!!
Всем доброго вечера*!!!

 
 

*Vsjém dóbrava vjécera!!!

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Fra le Braccia.

 

Tutto finito. Per fortuna.

In fondo basta un attimo per ripiombare nello schifo.
Per due giorni, nonostante il mal tollerato clima natalizio, mi sono sentita una persona quasi normale. Certo, non sono mancate le occhiatacce dei vigilissimi AnarcoGenitori all’ennesimo cioccolatino ingurgitato, ma per circa 40 ore mi sono potuta permettere di mangiare e bere come i comuni mortali.

La cosa inquietante è la confusione…
Mi è difficile capire se il ritorno alla “normalità” sia stato quello vissuto nei due giorni di festa appena passati, o il grigio risveglio di questa mattina, accompagnato dalla consapevolezza del ritorno alla (stramaledetta) dieta, agli orari e alla farmaco-tabella-di-marcia.
Non che per Natale io abbia sospeso i farmaci, non sia mai, ma fra un boccone di lasagna e un sorso di CocaCola per mandar giù meglio il pandoro con la crema al mascarpone, le pastiglie potevano facilmente essere scambiate per caramelle.

Qual è la mia “normalità”?
Non lo so più…
È quella che ha subito una brusca, bruschissima, interruzione a ottobre o quella che a ottobre ha avuto inizio?
Quale sarà la mia normalità? Tornerò pian piano ai vecchi ritmi con cambiamenti tanto minimi da riuscire a sembrare irrilevanti o dovrò rimodellare ogni singolo elemento della mia vita?
Il punto è che le domande si moltiplicano, ma delle risposte neanche l’ombra.

Ora mi attendono sette giorni di fuoco.
Sette giorni, una settimana: questo il tempo concessomi per smaltire tutto quel che il cortisone ha pensato bene di ammucchiare nel mio organismo prima di porgere il braccino all’ago e versare una nuova rata ematica, da cui dipenderà il prossimo aggiustamento della mia neo-vita a tavolino.
È tollerabile? A mio parere no.
Settimane di sacrifici e poi, grazie a due chimicissimi micro-bottoncini bianchi, basta un pranzo per mettere su quello che gli altri non metteranno su neanche sommando i pasti di Natale, Capodanno e i dolci dell’Epifania.
Mavvaff*****o!!!

Chiudendo l’angolo delle lamentele, veniamo al momento “l’altra faccia della medaglia”.
Un Natale tutto sommato tranquillo. Solo l’AnarcoFamily e tanti, tantissimi regali.
Utili e dilettevoli, come il cappello nuovo tutto viola-come-piace-a-me con tanto di pon pon in cima, che dall’AnarcoSocio a Capodanno fa freddo e io non mi posso permettere nella maniera più assoluta di aggiungere acciacchi di salute a quelli che ho già. Una valanga di aggeggi da pasticceria, al punto che ora non mi so decidere su quale possa essere la prossima impresa pasticciera da tentare. Un CD che aspettavo da tanto e che, proprio per questo, sto apprezzando ancora di più. I biglietti per un concerto di cui, per una serie di motivi validissimi, vi parlerò come si deve a tempo debito e di cui, per il momento, mi limto a dirvi: AnarcoSocio for President! ♥

C’è però un primo classificato fra i regali e l’assurdità è che i ringraziamenti vanno proprio alla schifosissima vita imposta di questi ultimi mesi.
Dopo quasi sei mesi di lacrime versate in silenzio, il più possibile di nascosto da occhi più o meno indiscreti, sono riuscita a prendere in braccio la gioia della mia vita, la splendida, unica, inimitabile, meravigliosa AnarcoNipotina!
Averla in giro per casa per tutta la giornata ha reso il Natale un’esperienza da ricordare col sorriso perfino per me, perché sorridere, non con le labbra, ma col cuore, è l’unica cosa che si può fare guardando quel piccolo terremoto che scorrazza da un giocattolo all’altro dopo averli disseminati ovunque.
Sbaciucchiarmela, mordicchiarmela, spupazzarmela, ma soprattutto stringerla forte, tenerla fra le braccia, con la consapevolezza di essere riuscita ad acchiapparmela da sola, senza che qualcuno dovesse sollevarla da terra per me, riuscire a stritolarmela per più di 5 minuti senza sentire braccia, gambe e schiena cedere sotto il suo peso piuma, e godermi la sua risata, le sue coccole e i suoi bacetti quando, di fronte alle braccine alzate, l’AnarcoZia se la agguanta come non riusciva più a fare da mesi.

 

Rimani sempre come sei ora,
un sole che splende e scalda il cuore
anche nei momenti più freddi e bui.

Grazie Letizia!!!
♥ ♥ ♥

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Improbabili Bontà… #3

Image Credit © VeRA Marte

 

Quale modo migliore per festeggiare la perdita di un altro chilo??!

La follia passticciera continua…
Fra un esperimento del tutto fallito e uno riuscito, si conclude anche questa settimana, che ha portato tante belle novità.
La sospensione delle punture, una pastiglia in meno, due visite andate bene, la ripresa a pieno ritmo con lo studio del russo, la ferita alla gamba quasi guarita.
Non che siano mancati gli imprevisti, come la prepagata quasi mai usata che si smagnetizza da un momento all’altro, o un buono sconto che risulta avere più cavilli scritti in piccolo che validità effettiva, ma non importa, non ci si lascia mica fermare da queste piccolezze, no?!

Stamattina la casa profuma di biscotti e il mio libricino, Pensieri Quotidiani, oggi propone una riflessione sull’arte, sulla sua bellezza e sul senso di armonia e serenità che sa trasmettere.
Nel pomeriggio mi aspetta la prima festa di Natale dell’AnarcoNipotina e stasera la mia pizza settimanale.

Come si fa a lamentarsi in una giornata così?

 

Buona domenica a tutte e tutti!!!
Всем замечательного воскресенья*!!!

 
 

*Vsjém zamichátjelnava vaskrjsjénja!!!

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Già Un Anno??! o_O

Work in Progress
Image Credit © VeRA Marte

 

Si sa, le disgrazie colpiscono senza pietà, e non credo che all’AnarcoSocio sarebbe mai potuta capitarne una più grande della sottoscritta, ma… voi al suo posto vi lamentereste??!

Come si dice, la necessità aguzza l’ingegno, ergo, in mancanza di uno stampo adatto all’occasione, mi sono adoperata per crearmelo da me con quel che avevo a disposizione, sperando in ciò che secondo l’AnarcoMater contraddistingue le mie avventure da giovine pasticcera, ovvero il “c**o della principiante”.
Per il resto, ho confidato nell’esperienza di un mio ormai storico cavallo di battaglia: cioccolato e lamponi, limitandomi a rielaborare l’estetica.
Visto il risultato, però, direi che forse l’AnarcoMater ha ragione: per quanto rinsecchito dalla dieta ferrea, il mio didietro non si smentisce!

 
 

Buon Primo Anniversario,
AnarcoSocio!!! ♥ ♥ ♥

 

Et voilà!
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Improbabili Bontà… #2

Image Credit © VeRA Marte

 

Et voilà!
Muffins double chocolate serviti!

Io in realtà avevo in mente di presentarli guarniti con crema di burro al cioccolato e zuccherini colorati, ma…
Eh sì, c’è sempre un MA
Nel caso specifico si tratta di: MA ieri sera alle 18:30 circa l’impianto elettrico è andato a farsi fott… ehm… benedire. Individuare quale fosse l’anello guasto della catena ha richiesto un tempo indeterminato, ritardando non di poco la tabella di marcia della sottoscritta, che come tutti i comuni mortali, ha una cucina dotata di forno elettrico. Per farla breve, l’ultima sfornata è avvenuta a un orario e a livelli di stanchezza improponibili, così ho deciso che, come primo esperimento, potevo accontentarmi.
Lo so, lo so, se fossi una persona seria mi sarei procurata anche dei fighissimi pirottini in carta fantasia multicolor, ma io non sono una persona seria e, sebbene consapevole delle smisurata attenzione che la pasticceria d’oggi presta all’estetica, continuo a preferire la sostanza.

Nel frattempo il meteo sembra aver avuto pietà di me, quindi ho deciso che dopo pranzo porterò il mio didietro ai mercatini. Per l’occasione mi concederò il lusso di provare un make up tutto nuovo, ordinato online come tutti i miei acquisti dell’ultimo mese e mezzo. Colori naturali, neutri, un esperimento in vista del mio proposito di prendermi cura di me stessa come si deve, colori che possano andar bene per un look quotidiano, che dica che mi voglio bene, ma che lo faccia senza dare troppo nell’occhio.
Piccoli gesti, che spero di riuscire a far diventare routine, in modo da riuscire a mantenerli anche quando rientrerò in ufficio, per non dimenticarmi più che la cosa più importante sono io.

Ora però scappo, i mercatini mi aspettano!

 

Buona domenica a tutte e tutti!!!
Всем весёлого воскресенья*!!!

 
 

* Vsiém visiolava vaskrjesjenja!!!

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Improbabili Bontà… #1

Image Credit © VeRA Marte

 

L’AnarcoMadre.
Ottima cuoca, pessima pasticcera.

Ieri, approfittando della mia prima escursione nel mondo esterno causa visita di controllo, ho chiesto di aggiungere un paio di tappe alla scampagnata, tempistiche e stanchezza permettendo.
L’ultima prevedeva un giro di ricognizione nel supermercato della zona a caccia di un termometro da pasticceria, quelli fighi che arrivano fino a 220°, con cui controllare la temperatura di creme e glasse.
Poco prima del ricovero, il mio rapporto con la pasticceria si stava facendo piuttosto stretto. Per qualche ragione che tuttora non mi spiego, la mia creatività si era riversata sui dolci, fra l’altro con risultati inaspettati e sorprendenti.
Tornando a ieri, importuno chi di dovere per sapere dove avrei potuto trovare il suddetto termometro e, appurata l’assenza dell’oggetto delle mie attuali fisse culinarie, sono pronta a tornarmene all’AnarcoDimora.
Raggiungo l’AnarcoMadre, che nel frattempo ha procacciato un interessante diversivo per la mia cena dietetica, e la ritrovo che curiosa di fronte allo scaffale con le attrezzature da pasticceria: queste sconosciute…
Mi cazzia per un istante di malsano interesse nei confronti di un dosatore in vetro: “Per cortesia, controllati! A casa c’è già un dosatore!” Poi, d’un tratto, ecco che agguanta un secchiellino di plastica trasparente pieno di piccole meraviglie colorate.
Nella mia testa la maledico per avermele fatte notare. So già che non me le comprerà mai, e il mio portafoglio è talmente vuoto che ho addirittura mollato la borsa in macchina, portandomi dietro solo un pacchetto di fazzoletti di carta e il cellulare.
Invece no: sorpresa! Me le compra, anzi, me le regala!
Chi l’avrebbe mai detto??!

Il prossimo passo? Una giusta dimostrazione di riconoscenza!
Dunque oggi ci si dedica a spulciare i miei millemila libri di cucina, che nell’ultimo periodo si erano moltiplicati a dismisura, a caccia di una ricetta che anch’io possa mangiare.
La parte divertente, però, sarà la preparazione. Cucinare senza poter assaggiare è una sfida non da poco, soprattutto per chi come me, nonostante il passionale slancio e lo sfrenato entusiasmo, è in realtà alle prime, ma che dico prime, primissime armi.

Insomma, io ci provo, e ne approfitto per dare vita a una nuova rubrica con cui infestare il blog… 😛

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