Articoli con tag: Scioperi

La Saga delle Ferrovie Continua… #4

Image Credit © Vera Marte

 

Che dite? C’è davvero bisogno che io aggiunga qualcosa?
Una sorta di sesto senso mi dice che siete improvvisamente caduti vittime di una potentissima telepatia di massa, che vi permette di “sentire” quello che ho pensato io trovandomi di fronte a cotanto spettacolo…
Mi piace l’idea di un enorme calderone psichico traboccante di improperi in tutte le vostre cadenze e inflessioni dialettali, quindi siete liberi di sbizzarrirvi: secondo voi cosa ho pensato???

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Milano Random.

Stamattina la frenetica monotonia milanese ha scelto una delle sue forme preferite per manifestarsi in tutto il suo grigio splendore: lo sciopero dei mezzi.

È risaputo che il milanese doc, per tradizione o leggenda che sia, è una creatura frettolosa. Una volta preso il ritmo, proprio come un metronomo, è del tutto incapace di perderlo. Questo assiome prevede che, in occasione di sciopero, il genere umano gravitante a Milano e dintorni regredisca a tempo di record, sfoderando tutta la sua aggressività repressa nel tentativo di guadagnarsi il suo mezzo metro quadro d’aria nella metropolitana, che per l’occasione sembra, più del solito, un gigantesco tetris umano.

Come inizio di giornata direi che non c’è male. Per non farmi mancare nulla, però, ho coronato il mio travagliato arrivo in ufficio con il dubbio insinuato da una collega che per il ritorno, oltre che di metropolitana, potrei essere sprovvista anche di treno. Davvero non male!

Tutto ciò, si aggiunge a una riflessione che mi assilla da qualche giorno.
La Settimana della Moda a Milano si è chiusa giusto giusto una settimana fa, eppure il centro della capitale italiana dello stile continua a sembrare il set di un film di zombies. Scheletri di varie etnie continuano a deambulare per le vie più “fashion” della metropoli ondeggiando instabili su tacchi dal gusto davvero improbabile, che per una qualche legge non scritta non si azzardano a scendere al di sotto dei 15 cm.
Io mi aggiro con passo felpato sul mio tacchettino 5 imposto dalla tenuta lavorativa, implorando in silenzio il dio del pavé di insorgere contro tutte coloro che lo sfidano, ostentando altezze fittizie, ma soprattutto immotivate, in circostanze che davvero non lo richiedono.

Non sono invidiosa, sono semplicemente bassa e chiatta, e la cosa, a dirla tutta, non mi disturba neanche poi così tanto!
Come dicevo qualche post fa: “Prima o poi la figaggine vi molla figliole mie, e allora verrà la resa dei conti e io, da bruttina pensante, godrò come una matta!!!”.

Tornando a Milano, ogni giorno è un gran carnevale, uno zoo, una vera giungla nei giorni peggiori.
Io sto di casa in un paesino che, ripopolato a forza dalla speculazione edilizia, continua a non raggiungere i 10.000 abitanti. Fino a pochi mesi fa dietro casa, dove ora sorge un orrido complesso residenziale modello campo di concentramento, avevo un campo corredato di balle di fieno, con sveglia incorporata, data dal belato delle pecore e dal tintinnio dei campanellini che alcune avevano al collo. Ora ci sono un paio di cani isterici, con padroni urlanti ancora più isterici, e i neonati, a loro volta urlanti, si salvano solo perché il rincoglionimento da prima nipotina nella sottoscritta è ancora a livelli estremi.

A Milano il tempo è dilatato. La vita si sveglia con circa due ore di ritardo rispetto al resto dell’iperattiva Lombardia eppure, non si sa come, ora di fine giornata i milanesi sono in pari col resto dei lombardi, con la differenza che loro, invece di tornare a casa, fanno rotta verso l’happy hour di rito.

Quello che posso dire è che sono abbastanza sicura che se dovessi sganciarmi da Milano ne sentirei la mancanza. Lo so, dopo tutto quello che ho scritto può sembrare paradossale, ma Milano è come una droga. Ti risucchia nel suo microcosmo indipendente e non ti molla più. O forse sono le polveri sottili che danno dipendenza…

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La Saga delle Ferrovie continua…

AVVERTENZA:
Quanto segue potrebbe contenere delle volgarità verbali. Se ritieni che la cosa possa disturbarti e/o offenderti, ti consiglio di non proseguire con la lettura.

Pur non navigando nell’oro, la mia famiglia non mi ha mai fatto mancare nulla. Fin da piccole, a me e a mia sorella hanno insegnato a guadagnarci le cose, in modo che potessimo imparare ad apprezzarne il valore, anche di quelle più piccole e semplici. Conseguenza di questa politica educativa è stato il fatto che tutte e due abbiamo iniziato a lavorare piuttosto presto, in parallelo agli studi.

Fatta questa premessa veniamo al dunque. Ieri, poco dopo pranzo, una collega che fa part-time mi chiama per avvisarmi che lo sciopero dei treni previsto ma mai confermato è in pieno svolgimento. Non c’è l’ombra di un treno, di nessuna tratta e in nessuna stazione.

Esco dall’ufficio e lo scenario in stazione è peggio di quanto mi aspettassi. Gente ammassata ovunque. C’è chi, rassegnato, impegna il tempo leggendo, chi massacra smartphone e tablet, chi telefona, chi si arrabbia e impreca, che cammina avanti a indietro, chi è in compagnia e chiacchiera e chi, sperando nel miracolo, fissa il tabellone delle partenze su cui domina la malefica parola “cancellato”.

Ora, da persona che, nella propria non-autonomia economica, vive ancora coi genitori e ha quindi la magra consolazione di non doversi preoccupare di tutte le spese di gestione e mantenimento che una casa comporta, mi sono comunque posta delle domande.

Innanzi tutto, stramaledetti scioperanti, vi è mai passato per la testa che gli stronzi che si ostinano a non pagarvi gli stipendi o a non concedervi dei contratti decenti di certo NON VIAGGIANO in treno??!
Avete mai realizzato che le uniche persone a cui create davvero dei disagi sono i poveri cristi che tirano a campare come voi??!
Con tutte le buone ragioni che potete avere, che sono indubbie, perché non pensate a chi un lavoro proprio non ce l’ha??!

Già in condizioni “normali” la mia linea ha un ritardo medio di 15 minuti su qualunque corsa, a qualunque ora e in qualunque direzione, ogni strafottutissimo giorno, nonostante i continui aumenti dei costi del “servizio”. Io sarò cattiva, polemica, estrema, e chi più ne ha più ne metta, ma uno sciopero a settimana mi sembra un frequenza ridicola e del tutto inutile. Insomma, AVETE DAVVERO ROTTO I COGLIONI!!!

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